Miglino, magia dei Nebrodi
Longi (Nebrodi) Scriviamo stasera da un luogo magico, cosmico ed arcaico insieme, al centro delle Rocche del Crasto, sui Nebrodi. Scriviamo di una storia, ma soprattutto di un personaggio che sui Nebrodi è nato e sui Nebrodi è tornato, al termine di un percorso di vita che lo ha riportato sulle orme dei suoi ricordi, attratto dal fascino ancestrale di questi Monti il cui magnetismo certamente strega.
Scriviamo da Miglino, in località Longi, altura delle Rocche, balcone sulle Eolie e tetto di un cielo in cui la luna è protagonista in questa notte a lei dedicata.
Il sorriso di Angelo Pidalà, affermato hairstylist della Capitale, ha ritrovato il suo senso nella capanna in pietra dei suoi avi, dove da piccolo veniva a pascolare gli animali.
Oggi, al culmine di un percorso umano ancora prima che professionale, la vita lo ha riportato qui, tra le sue cose, e con sè l’artista ha portato il suo approccio al mondo, semplice e mistico, genuino eppure profondo. I tramonti di Miglino segnano il cuore non solo per i colori, ma anche per la concentrazione di energie che si respirano qui. Se i grandi rapaci nidificano tra queste pietre, è perchè qui si concentrano certo energie irresistibili.
Il pianoro di Miglino, tanto impervio quanto affascinante – se non lo conoscete veniteci, ne vale la pena – è stasera un camping all’aria aperta, con un anfiteatro di balle di paglia e musica sgorgata dalle viscere della nostra Sicilia. E la gente assapora e gusta, tra un bicchiere di vino locale e le note semplici e calde di un palcoscenico naturale che si affaccia sulla vallata.
A chi non conosce la storia del rifugio del sole, capanna di pastori riadattata a relais dell’anima da Angelo, diciamo che si tratta di un casolare impervio eppure magico.
I tramonti come le albe hanno qui il sapore unico della ricotta fresca dei pastori, ed il sorriso semplice ed arguto degli allevatori del luogo, che accompagnano i turisti estasiati e discettano allo stesso tempo di misure della programmazione comunitaria.
Sbaglia chi considera Miglino una resa di Angelo. Miglino è la sua conquista, interiore ed esteriore, condivisa con tutti perchè tutti sappiano che sognare è possibile, che realizzare i sogni è possibile, che amare il mondo che ci circonda, è possibile.
La gente – sono romani, siciliani, francesi – un centinaio, applaude alle note del gruppo musicale, e la cucina propone maccheroni e vino, e l’allegria e la semplicità ci accompagnano, tra il sorriso cordiale del commissario del Parco Ceraolo, la sua signora, e decine e decine di sconosciuti che condividono con noi l’atmosera mistica da canto notturno di un pastore errante dell’Asia.
Miglino non è un luogo per tutti. Bisogna saperselo conquistare, non solo scarpinando per un’ora abbondante lungo le impervie e polverose vie del Crasto, ma indagando soprattutto dentro le pieghe della nostra anima, alla scoperta di noi stessi, prima che di un luogo o di uno spazio.
Perchè la casa del sole non ha tempo nè spazio, ma solo energie, e ricordi, e anche quelli tristi, come quello di un fratello scomparso, hanno qui il sapore dolce di un chicco di cioccolato o di un girasole che guarda al tramonto sul mare. (Ivan Trovato)
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